Potresti allora linkarmi un riferimento a questo fenomeno?Navi ha scritto: ↑23 ago 2020, 18:37 Luca, se ho detto velocità , è proprio velocità. Che le accelerazioni siano da pendere con le molle, lo sanno tutti (compresi me e Gallo). Tanto che, sia Ciuffolina potrebbe addirittura morire con la partenza di Nuvolari. Figuriamoci con quella delle astronavi (mi pare che la spinta sia d 3 vole maggiore). NOn ci vuole il mago Otelma a spigarlo: no, no! Proprio velocità.
Non so cosa sia questa "RR classicissima" di cui parli e alla quale mi ritieni legato, quasi fosse una corrente filosofica. Comunque, la mia risposta al problema è la seguente:Navi ha scritto: ↑23 ago 2020, 18:37 Luca, anziché andare per vari sentieri, mi permetto di proporre una via maestra; ti invio perciò il problema posto all'Università di Bari (io non sono un fisico). Se hai piacere, lo risolvi e vediamo: tal soluzione chiarisce almeno 3-4 aspetti della RR: e comunque chiarisce tutti quelli di cui stiamo discutendo.
Il fine della discussione è che tu sei legato alla RR classicissima"; io, a quella di Selleri, Chang, Tangherlini Iuele, Vespe, ecc., a dir dei quali la RR presenta punti che costituiscono un assoluto, un invariante, un oggettivo. Per esempio, l'invecchiamento di chi resta a terra rispetto a chi viaggia ad alte velocità è fatto oggettivo, e non dipendente dal confronto dopo accelerazioni (partenza, viaggio, ritorno). Insomma taluno pala addirittura di simultaneità assoluta. Ma se ne riparla.
Ecco l'argomento risolutivo: dopo la tua soluzione confrontiamo con i baresi.
Buona opera.
Ciao
A Torino vi è un laboratorio scientifico.
Una nave e nave e navetta sincronizzano contemporaneamente, passando proprio accanto a due orologi solidali con il laboratorio, le proprie rispettive sveglie, sulle ore 11 e 55 minuti. In quel momento, la nave (che muove a 0.5 C) si trova a 45milioni di Km dal laboratorio; la navetta viaggia a dire del pilota nella nave nella nave madre, alla velocità complessiva di 0.6 C, Stante la comp. Relativistica, si trova (sempre in quel momento) a 76.140.000 Km dal laboratorio, e dunque a 31.140.000 Km alle spalle del pilota della nave madre. Sempre per rendere ancor più chiaro l’esempio, immaginiamo che la linea orizzontale corrispondente alla marcia della navetta sia appena di 10 metri più in su rispetto alla testa del pilota della nave madre. Naturalmente, dopo l’attimo della sincronizzazione, ciascun orologio riprende il proprio passo in conformità delle rispettive velocità.
Il laboratorio si munisce di un’antenna di plastica (o cartone, ecc.) che si eleva verso l’altro (e che risulta ortogonale rispetto alla linea del moto di nave e navetta). Mettiamo, per facilità (ma non è importante), che sia alta 20 metri. L’antenna è munita di tre telecamere: una prossima alla sveglia del laboratorio; l’altra sulla perfetta linea orizzontale della sveglia della nave madre; la terza sulla perfetta linea orizzontale della sveglia della navetta.
Alle ore 12 precise del laboratorio, la nave madre giunge a toccare l’antenna (45.000.000 Km fratto 150.000 Km/s = 300 secondi terrestri). La correlativa telecamera (quella che è toccata dalla nave) scatta (un istante prima di “spirare”) una foto alla sveglia di detta nave (posizione oggettiva e reale delle lancette, numeri concreti): la foto ritrae che la sveglia della nave segna le ore 11, 59 minuti e 20 secondi (stante il Fattore 1.154, i 300 secondi sono, per la sveglia della nave, 260).
Contemporaneamente, il pilota della navetta tocca l’antenna e la terza telecamera, quella che sta sulla sua linea orizzontale (76.140.000 Km fratto 253.000 Km/s = 300 secondi terrestri): tale antenna fotografa la sveglia della navetta, la quale non può che segnare (materialmente, fisicamente) le ore 11, 57 minuti e 40 secondi (300/1.8754: Fattore correlativo a V = 0.846 C).
Per rendere ancor più chiaro il discorso (e per evitare fuorvianti querelle circa la “classica” relatività della simultaneità: verità scontata, ma qui stiamo introducendo altro), aggiungiamo che l’antenna del laboratorio si rompe solo se assorbe contemporaneamente l’energia cinetica scaricata dalla nave e dalla navetta insieme. Cosicché, nave e navetta rompono, proprio perché scaricano energia all’unisono, l’antenna (e anche questo è evento assoluto, oggettivo).
Mentre si sta rompendo l’antenna, e dunque mentre le sue tre sveglie scattano le fatidiche tre foto (ma importanti sono quelle a nave e navetta, giacché abbiamo dato per assodato che la sveglia del laboratorio segna le 12), anche una telecamera sita nella nave madre scatta una foto alla sveglia della navetta figlia (che in quel momento si trova a 10 metri sopra la sveglia della nave madre) . Ciò posto, la mia umile, sommessa, tenue domanda è: possiamo convenire sul fatto che anche tale foto ritrae le ore 11, 57 minuti e 40 secondi? La domanda mi pare semplicissima, scevra di bivalenze di sorta, monda di equivoci,
La nave e la navetta toccano contemporaneamente l'antenna solo nel sistema di riferimento del laboratorio, mentre, sia nell's.d.r. solidale alla nave, sia in quello solidale alla navetta, avviene prima l'impatto fra antenna e navetta, poi quello fra antenna e nave (posto che non abbia fatto errori di conto). Di conseguenza, secondo me il problema andrebbe riformulato dicendo che la nave scatta una foto all'orologio della navetta nel momento in cui quest'ultima impatta contro l'antenna. In tal caso, sì, in tutti e tre i sistemi di riferimento la foto ritrae le ore 11:57 e 40 secondi.