Scontro tra asteroidi

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Tarapìa Tapioco
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Re: Scontro tra asteroidi

Messaggio da Tarapìa Tapioco » 2 ott 2023, 22:59

Higgs ha scritto: 1 ott 2023, 11:34 Allora introduco per rappresentare il rapporto con come si direbbe nei limiti "piccolo a piacere" e fin dall'inizio del procedimento lo uso.
L'introduzione della quantità non è direttamente conseguenziale alla validità della condizione , né è condizione necessaria e/o sufficiente per il soddisfacimento di quest'ultima. Dalla formulazione sintattica della frase qui sopra, sembra che tu abbia identificato il rapporto con l'intervallo che esso deve rispettare perché possa essere correttamente applicabile ai calcoli, a giudicare dalla continuità con cui viene presentato il periodo, senza virgole che possano far presupporre stacco o indipendenza tra le varie assunzioni effettuate. In effetti, la mia teoria viene confermata allorché fai dipendere la validità dell'intervallo soltanto dalla mera scelta di un numero "piccolo a piacere" da utilizzare sin dall'inizio del procedimento. L'introduzione di una quantità sostitutiva del rapporto appare senz'altro utile, in quanto la grafia semplificata permette di rendere le espressioni più compatte e facilmente visualizzabili rispetto a quelle (ad esse corrispondenti) in cui compaia, invece, il rapporto intero; essa, tuttavia, non aggiunge alcuna novità nei risultati o nelle considerazioni in compendio. La quantità , così strettamente intesa, consente soltanto di riscrivere le medesime espressioni in una forma alternativa totalmente analoga, ma non funge da espediente per liquidare tutte le approssimazioni previste per risolvere la questione posta dalla condizione : in altri termini, l'introduzione di un valore "piccolo a piacere" costituisce un assunto squisitamente constatativo nei confronti della relazione (si limita cioè ad attestare che questo rapporto debba essere molto minore di ), mentre presuppone approssimazioni concrete, reali, non eludibili. La difficoltà risiede soltanto nel cercare di comprendere quali approssimazioni e semplificazioni effettuare; una volta comprese, si otterrà un risultato molto semplificato e interessante.
Higgs ha scritto: 1 ott 2023, 11:34 Riprendendo il mio simbolismo la distanza x di M dal CM sarà e la distanza di m da CM sarà . La velocità angolare . In definitiva se non sbaglio i conti la forza centripeta F agente su m dovrebbe valere
Questi calcoli sono tutti corretti, ma, come ho già spiegato precedentemente, sono gli stessi che ti hanno condotto alla corretta espressione della forza centripeta nel procedimento precedente, con l'unica differenza (per nulla sostanziale) di una riscrittura in funzione di . Non vi è alcun riferimento a .
Higgs ha scritto: 1 ott 2023, 11:34 Da questa si deducono cose non molto interessanti come che la forza centripeta diventa sempre più piccola al diminuire di dipendendo il numeratore dalla sua seconda potenza e il denominatore dal suo cubo.
Dal momento che le tue osservazioni si riferiscono al risultato di scritto nel paragrafo precedente (perfettamente uguale alla soluzione estesa, ove non intercorre nessuna relazione tra e ), hai assolutamente ragione a concludere che non vi siano informazioni interessanti da ricavare da suddetta equazione. Se questa formula non contiene in sé osservazioni particolarmente consistenti e importanti riguardo possibili relazioni tra e le masse e , ancor meno interessanti sono le constatazioni di possibili proporzionalità tra e .
Higgs ha scritto: 1 ott 2023, 11:34 Ho come l'impressione di aver solo sfiorato la questione m<<M
Purtroppo sì. Rileggi attentamente due delle asserzioni da me avanzate nei messaggi precedenti, ponendo attenzione soprattutto alle parti in corsivo e sottolineate.

Tarapìa Tapioco ha scritto: 30 set 2023, 18:20 L'esempio avanzato tramite la sommatoria è, in realtà, una spiegazione formale dell'impossibilità di approssimare il rapporto a in senso assoluto.
Dunque, non si può approssimare il rapporto a in senso assoluto. In senso relativo, invece, cosa si può fare?

Tarapìa Tapioco ha scritto: 30 set 2023, 18:20 La condizione può essere altrimenti scritta nella forma .
Come si può riuscire a collegare questa affermazione con quella appena espressa al punto ?

Higgs
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Re: Scontro tra asteroidi

Messaggio da Higgs » 5 ott 2023, 10:48

L'idea che ho avuto per legare 1 e 2 consiste nel porre (m/M)=sen x e nello sviluppare in serie approssimandolo con il primo termine significativo che è x= arcsen(m/M). In questi termini la distanza di m dal CM risulta facilmente mentre la velocità angolare . Pertanto la forza centripeta agente su m vale

Ovviamente non so se questa idea possa essere significativa o se rimango ancora ai margini della questione :roll: :?:

Tarapìa Tapioco
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Re: Scontro tra asteroidi

Messaggio da Tarapìa Tapioco » 5 ott 2023, 19:08

Higgs ha scritto: 5 ott 2023, 10:48 L'idea che ho avuto per legare 1 e 2 consiste nel porre (m/M)=sen x e nello sviluppare in serie approssimandolo con il primo termine significativo che è x= arcsen(m/M). In questi termini la distanza di m dal CM risulta facilmente mentre la velocità angolare . Pertanto la forza centripeta agente su m vale

Ovviamente non so se questa idea possa essere significativa o se rimango ancora ai margini della questione :roll: :?:
Purtroppo non hai ancora colto il punto della questione da me sottoposta, pertanto i tuoi tentativi di giustificare e formalizzare i miei consigli si rivelano molto forzati e poco significativi ai fini del più proficuo procedimento da svolgere per ottenere il risultato semplificato. I tuoi risultati sono estremamente più lunghi di quelli effettivamente corretti, e i calcoli conseguenti al tuo ragionamento e alle tue idee iniziali sono molto più complessi di quelli richiesti per il soddisfacimento della condizione .
Higgs ha scritto: 5 ott 2023, 10:48 L'idea che ho avuto per legare 1 e 2 consiste nel porre (m/M)=sen x
La ricerca di un metodo per legare le due asserzioni e da me avanzate e riproposte non implica il bisogno di modificare le equazioni di partenza, ovvero tutte le espressioni che conducono al risultato completo - senza alcuna approssimazione - di e che permettono di semplificare quest'ultimo tramite una precisa approssimazione. Bisogna soltanto approssimare, mantenendo le stesse grandezze e funzioni delle formule originarie. In altri termini, decisamente più brutali: occorre snellire l'espressione, non appesantirla ed espanderla. L'introduzione del rapporto rappresenta una posizione sbagliata, in quanto implica la necessità di operare, in maniera totalmente arbitraria (in base a tale ragionamento, sarebbe possibile uguagliare il rapporto tra le masse ad altre funzioni note con proprietà matematiche differenti da quelle possedute da ), con una funzione reale di variabile reale. Appare più sensata e ragionevole, invece, l'introduzione del rapporto messa a punto nel tuo precedente messaggio, totalmente legittima e non presupponente una modifica totale delle espressioni (era occorsa soltanto una sostituzione che facilitava e snelliva i calcoli).
Higgs ha scritto: 5 ott 2023, 10:48 nello sviluppare in serie approssimandolo con il primo termine significativo che è x= arcsen(m/M).
L'idea di sviluppare in serie di Taylor e approssimare al primo termine significativo è eccellente. Mi riferivo proprio a questo metodo quando parlavo della maniera più corretta e rigorosa possibile per ottenere approssimazioni puntuali ed evitare rischi di valutazione dei risultati numerici. Si tratta, tuttavia, di un metodo delicato da trattare, in quanto è necessario specificare per quali intervalli il rapporto conduce al risultato più semplificato possibile cui voglio indirizzarti: non rispettando quest'ultima importante condizione, infatti, i due risultati ottenuti mediante sviluppo di Taylor e approssimazione diretta (non puntuale) non coinciderebbero. Inoltre, non sembra molto sensato sviluppare in serie la funzione . Ti consiglio, per il momento, di mettere da parte questo procedimento (anche se l'intrinseca idea cui sei pervenuto è veramente ottima) e riprenderlo non appena sarai giunto al corretto risultato mediante il metodo più semplice, cioè l'approssimazione diretta.
Higgs ha scritto: 5 ott 2023, 10:48 In questi termini la distanza di m dal CM risulta facilmente
Questo risultato è nettamente in contrasto con un'osservazione da te precedentemente (e correttamente) integrata nei calcoli e con una digressione che io stesso ho rinnovato per decretarne la correttezza. Riporto qui sotto il testo di questa parte di messaggio precedente.
Tarapìa Tapioco ha scritto: 29 set 2023, 23:25 Decretando la coincidenza del centro di massa con il centro dell'asteroide maggiore, hai giustamente approssimato la distanza del centro di massa del sistema dalla posizione in cui l'asteroide minore di massa è incastrato, al raggio dell'asteroide maggiore, assumendo dunque .
Per effettuare correttamente tale approssimazione, ti rimando alle medesime asserzioni e cui faccio riferimento nel mio precedente messaggio, estendendole ulteriormente.

Tarapìa Tapioco ha scritto: 30 set 2023, 18:20 L'esempio avanzato tramite la sommatoria è, in realtà, una spiegazione formale dell'impossibilità di approssimare il rapporto a in senso assoluto.
Dunque, non si può approssimare il rapporto a in senso assoluto. In senso relativo, tuttavia, si può trascurare (cioè, approssimare a ) il medesimo rapporto rispetto ad una precisa quantità numerica. Quale?
Quando il rapporto è affiancato dalla summenzionata quantità, può dunque essere eliminato (procedura che non può essere effettuata quando esso si trovi accanto ad una quantità pari a , ovvero allorché sia in una posizione dell'equazione che gli consente di acquisire una totale autonomia, di stare "da solo") senza che debba essere introdotta una specifica quantità da sostituire a . Bisogna solo eliminare...

Tarapìa Tapioco ha scritto: 30 set 2023, 18:20 La condizione può essere altrimenti scritta nella forma .
Alla luce di quanto esplicato sopra, risulta chiaro come riuscire a collegare questa affermazione con la domanda espressa al punto .

P.S. Piccolo suggerimento riguardante la scrittura in LaTeX: le funzioni trigonometriche si indicano con:

Codice: Seleziona tutto

[tex]\sin \alpha , \cos \alpha, \tan \alpha, \cot \alpha[/tex]
,

non con:

Codice: Seleziona tutto

[tex]sen \alpha , cos \alpha, tang \alpha, cotang \alpha[/tex]
.

Higgs
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Re: Scontro tra asteroidi

Messaggio da Higgs » 6 ott 2023, 18:18

Allora se ho capito quando è solo lo immagino poniamo, quando è accompagnato lo lascio stare.
Con questo criterio nel mio simbolismo risulta e e dunque la forza centripeta

Tarapìa Tapioco
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Re: Scontro tra asteroidi

Messaggio da Tarapìa Tapioco » 6 ott 2023, 18:27

Higgs ha scritto: 6 ott 2023, 18:18 Allora se ho capito quando è solo lo immagino poniamo, quando è accompagnato lo lascio stare.
Se con l'espressione "lasciare stare" intendi "eliminare il rapporto in corrispondenza dell'espressione " (cioè, quando è accompagnato), allora hai colto il punto.
Higgs ha scritto: 6 ott 2023, 18:18 Con questo criterio nel mio simbolismo risulta e e dunque la forza centripeta
Bravissimo, hai compreso il corretto metodo da applicare. Il risultato è corretto.
Dunque, hai capito il meccanismo delle approssimazioni dirette? Cosa te ne pare?

Higgs
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Re: Scontro tra asteroidi

Messaggio da Higgs » 7 ott 2023, 11:39

Mi pare che era sofisticato capire cosa volevi. Anche ora che dici che ho capito e che il risultato è giusto non ci siamo intesi su cosa intendo per (m/M) accompagnato e solo. Intendiamoci sulla sostanza ci siamo intesi ed è per questo che reputi giusti i risultati. Io per accompagnato intendo che esso MOLTIPLICA una grandezza, tipo (m/M)v; allora lo lascio stare come è in . Mentre intendo che è solo se è addizionato a qualcosa e allora lo immagino tipo l'esempio che fai tu: comunque sono contento di aver avuto a che fare con l'approssimazione e di aver risolto con tre(!) tentativi. :D
P.S. Nel pendolo di Foucault credo di aver capito il significato di ma non quello della pulsazione finale nonostante tutte le tue spiegazioni per cui ti ringrazio ma che sono molto complesse secondo uno come me

Tarapìa Tapioco
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Re: Scontro tra asteroidi

Messaggio da Tarapìa Tapioco » 17 ott 2023, 23:01

Higgs ha scritto: 7 ott 2023, 11:39 Mi pare che era sofisticato capire cosa volevi. Anche ora che dici che ho capito e che il risultato è giusto non ci siamo intesi su cosa intendo per (m/M) accompagnato e solo. Intendiamoci sulla sostanza ci siamo intesi ed è per questo che reputi giusti i risultati. Io per accompagnato intendo che esso MOLTIPLICA una grandezza, tipo (m/M)v; allora lo lascio stare come è in . Mentre intendo che è solo se è addizionato a qualcosa e allora lo immagino tipo l'esempio che fai tu:
Le mie definizioni di "solo" e "accompagnato" sono funzionali al preciso significato dell'approssimazione diretta. Dal momento che la quantità è molto minore di , è trascurabile se e solo se essa venga considerata rispetto a , cioè quando si trovi accompagnata all'unità. Poiché, in questo caso, lo stesso rapporto non è mai trascurabile in senso assoluto (solamente in senso relativo), pena il travisamento e la fallacia dell'approssimazione in questione, esso non può in alcun modo essere approssimato a quando si trova da "solo".

La tua interpretazione delle mie indicazioni, benché differente, è coerente a queste ultime e rispetta le condizioni a monte dell'approssimazione. Si tratta soltanto di un differente e alternativo modo di procedere, dei cui principi devono però essere compresi il ragionamento e la motivazione.
Higgs ha scritto: 7 ott 2023, 11:39 comunque sono contento di aver avuto a che fare con l'approssimazione e di aver risolto con tre(!) tentativi. :D
Mi fa piacere. Benché possano essere considerate di rango secondario, le approssimazioni costituiscono una parte importantissima della Fisica. A questi livelli diventa fondamentale consolidare e rafforzare la capacità di acquisire familiarità con i calcoli a posteriori.
Ti consiglio, per iniziare:

Guesstimation: Solving the World's Problems on the Back of a Cocktail Napkin di Weinstein & Adam
Back-of-the-Envelope Physics di Swartz
(per svago, dato il loro carattere leggero)

The Art of Insight in Science and Engineering: Mastering Complexity di Mahajan
(leggermente più formale e impegnativo dei due già menzionati)

Tarapìa Tapioco
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Re: Scontro tra asteroidi

Messaggio da Tarapìa Tapioco » 23 ott 2023, 19:51

Pigkappa ha scritto: 23 set 2023, 22:20 Un asteroide ha forma sferica e distribuzione di massa uniforme. Il suo raggio e' e la sua massa . L'asteroide si trova fermo nello spazio interstellare, quando viene colpito da un altro asteroide molto piu' piccolo, di massa e di raggio trascurabile rispetto a . L'asteroide minore ha velocita' prima dell'urto, e la sua direzione e' tangente alla superficie dell'asteroide maggiore. L'urto e' completamente anelastico, cosi' che l'asteroide minore rimane incastonato dentro quello maggiore, ma non viene distrutto, e' solo incastrato dentro la roccia. La gravita' e' trascurabile.

Dopo che l'urto e' avvenuto, quanto vale la forza agente sull'asteroide minore?
Considerando la situazione fisica dopo l'urto tra i due asteroidi, si fissi un sistema di coordinate cartesiane avente origine nel centro dell'asteroide maggiore di massa e raggio (assimilabile ad un pianeta sferico supposto rigido e omogeneo). L'asteroide minore di massa e raggio , assimilabile ad un punto materiale di dimensioni trascurabili rispetto alla roccia massiva, si considera incastrato dentro quest'ultima dimodoché disti dal centro della sfera, come nella figura in basso.

Immagine

La coordinata del centro di massa del sistema sfera-punto materiale, essendo i due corpi totalmente omogenei, è nulla. Dunque, .
La posizione del centro di massa del medesimo sistema, invece, sarà data da:

.

La distanza dell'asteroide di massa incastonato nella roccia dal centro di massa è:

.

A voler scrivere in funzione di , essa sarà data da: .

Il momento angolare rispetto al CM prima dell'urto è il momento angolare orbitale dovuto al moto del solo asteroide di massa , dal momento che la rotazione di entrambi i corpi non è apprezzabile. Il suo modulo sarà dato dal prodotto tra massa dell'asteroide, velocità del punto materiale e distanza del vettore velocità (avente direzione tangente alla superficie del pianeta) dal centro di massa comune. Dunque:



Dopo l'urto, il sistema descriverà una rotazione rispetto al centro di massa. Fisicamente, infatti, nel sistema del laboratorio l'insieme sfera-punto materiale dei due corpi descrive una rototraslazione, mentre nel sistema di riferimento del centro di massa il sistema descrive una pura rotazione. Sfruttando il carattere intrinseco del momento angolare, indistintamente calcolabile rispetto al sistema di riferimento del CM o al sistema di riferimento del laboratorio (il suo valore non dipende dal particolare riferimento in cui venga calcolato, cfr. Nota), si può scrivere il momento angolare rispetto al CM dopo l'urto come dato dal prodotto tra il momento d'inerzia dei due asteroidi rispetto al CM e la velocità angolare con cui ruota il sistema formato dai due corpi. Dunque:

.

In assenza di momenti di forze esterne, è possibile eguagliare i momenti angolari del sistema prima e dopo la collisione. Pertanto:

. Da qui:

.

Per determinare il valore simbolico di , è prima necessario calcolare il momento d'inerzia del sistema rispetto ad un asse passante per il centro di massa comune ai due corpi. Si consideri la Figura sottostante.

Immagine

Guardando dall'alto verso il basso, l'asse di rotazione si trova nel piano della pagina, attraverso il centro di massa del sistema combinato pianeta-asteroide. Si può determinare il momento d'inerzia del sistema rispetto ad un asse passante per il CM adoperando il Teorema di Huygens-Steiner (o Teorema degli assi paralleli), purché siano conosciuti il valore del momento d'inerzia rispetto ad un asse passante per il centro dell'asteroide-sfera di massa e parallelo a quello passante per il CM e quello della distanza di separazione tra gli assi paralleli. L'enunciato del teorema precedentemente citato restituisce:

, dove:
  • La massa dell'oggetto è la massa totale del sistema .
  • I due assi paralleli sono quello passante per il CM e quello passante per il centro dell'asteroide di massa , con distanza tra essi pari a .
  • Il momento d'inerzia del sistema combinato rispetto al centro dell'asteroide maggiore è dato dalla somma dei momenti d'inerzia dei singoli corpi rispetto al centro , segnatamente il momento d'inerzia della sfera-pianeta di massa e della massa puntiforme-asteroide di massa . Infatti, il momento d'inerzia rispetto a dell'asteroide maggiore è assimilabile a quello di una sfera di massa e raggio , dunque , mentre il momento d'inerzia rispetto a dell'asteroide minore è corrispondente a quello di un punto materiale di massa che, essendo incastrato dentro l'asteroide più grande nel punto sommitale di quest'ultimo (dal momento che la velocità dell'asteroide piccolo prima dello scontro è tangente alla superficie del pianeta), dista dalla sfera, per cui .
    In definitiva, si ha che il momento d'inerzia totale del sistema rispetto al centro è pari a:
.

Sostituendo questi dati nell'espressione del Teorema degli assi paralleli, si ha:




.

Sostituendo nell'espressione di , si avrà:

.

In assenza di forze frenanti e considerando inapprezzabili gli effetti della gravità, l'unica forza agente su ognuno dei due corpi componenti il sistema è la forza centripeta dovuta all'accelerazione centripeta , che sull'asteroide di massa agisce in direzione radiale verso il centro della rotazione, per permettere il mantenimento della sua posizione dentro l'asteroide di massa , nel cui punto sommitale - dopo l'urto - la massa puntiforme si trova incastrata. Il sistema sfera-punto materiale è assimilabile ad un singolo corpo rigido (formato dalle masse e ) i cui punti ruotano indistintamente attorno al CM nello spazio con la medesima velocità angolare . Ogni punto dell'oggetto rigido composto possiede un'accelerazione centripeta , dove rappresenta il vettore posizione rispetto al CM. Pertanto, la forza (centripeta) netta sull'elemento di massa è data dalla generica espressione . Poiché l'asteroide minore si trova nella posizione rispetto al CM e ha una massa , la forza centripeta agente su di esso è pari a . In modulo:

.

Sostituendo le espressioni di e trovate precedentemente:

.

Osservazione. Si può calcolare il momento d'inerzia del sistema rispetto ad un asse passante per il centro di massa CM del corpo rigido formato dalle masse e , ricorrendo al calcolo dei singoli momenti d'inerzia dei singoli corpi di masse e rispetto ad un asse passante per il centro di massa CM del sistema combinato e parallelo all'asse passante per il proprio rispettivo centro di massa (differente per ognuno dei due corpi). Si consideri la Figura sottostante.

Immagine

Poiché l'asteroide maggiore di massa è supposto omogeneo, il suo centro di massa coincide con il centro geometrico della sfera alla quale è supposto assimilabile. Per il teorema di Huygens-Steiner, il momento d'inerzia della sfera di massa rispetto ad un asse passante per il centro di massa del sistema e parallelo all'asse passante per il proprio centro è dato dalla somma tra il momento d'inerzia rispetto a quest'ultimo e il prodotto tra la massa del corpo e la distanza tra i due assi paralleli. Dunque:



Dal momento che il momento d'inerzia di una sfera omogenea di massa e raggio rispetto al proprio centro è pari a e che la distanza tra i due assi paralleli passanti per e per è pari (come visibile dalla figura sopra) a , allora:

.

Poiché l'asteroide minore di massa è supposto di dimensioni spazialmente trascurabili rispetto all'asteroide più grande, esso è considerato alla stregua di una massa puntiforme, dunque il suo centro di massa è trascurabile e non da considerare. Il momento d'inerzia , dunque, è nullo: .
Per il teorema degli assi paralleli, il momento d'inerzia di un corpo (puntiforme) di massa rispetto ad un asse passante per il centro di massa del sistema e parallelo all'asse passante per il proprio centro (che, in realtà, è corretto designare come punto della sfera di massa in cui l'asteroide minore di massa rimane incastrato dopo l'urto) è dato dalla somma tra il momento d'inerzia rispetto a quest'ultimo (che, in tal caso, si è convenuto essere nullo) e il prodotto tra la massa del corpo e la distanza tra i due assi paralleli (come visibile dalla figura sopra). Perciò:

.

Il momento d'inerzia del sistema combinato di massa formato dai due corpi di masse e rispetto al comune centro di massa CM del corpo rigido complessivo è dato dalla somma dei singoli momenti d'inerzia rispetto al CM e delle masse e , rispettivamente. Dunque:

.

Sostituendo e , l'espressione soprastante diventa:

,

la stessa espressione di ottenuta inizialmente.

Osservazione. Il caso teorico in esame non sottintende in nessuna maniera, senza ombra di dubbio alcuna, una minima possibilità di considerare una situazione fisica in cui un piccolo asteroide di massa colpisca un corpo di dimensioni (quasi) planetarie: se così fosse, la massa sarebbe trascurabile in senso assoluto (cioè, ) e, senza effettuare alcun calcolo, si potrebbe dire che la forza agente sull'asteroide minore sia pari a . Non è richiesta esplicitamente neppure la condizione in forza alla quale la massa dell'asteroide minore sia molto più piccola (dunque trascurabile) rispetto alla massa dell'asteroide maggiore, benché bisogni sottolineare come tale possibilità, certamente plausibile, non sia da escludere a priori (cfr. Nota seguente). L'esatta situazione dispiegata dal problema è quella raffigurante un corpo grande (ma non "planetario") meno denso che venga colpito da un corpo piccolo e denso, considerato alla stregua di una massa puntiforme di estensione spaziale trascurabile, ad esempio una massa avente densità pari a quella di una stella di neutroni che colpisce il pianeta: se l'oggetto-asteroide più piccolo è molto denso, esso può essere piccolo spazialmente pur avendo una massa significativa, dunque può incastrarsi nell'asteroide più grande senza distorcerne in modo significativo la forma. Inoltre, se l'asteroide minore fosse assimilabile a una sfera di raggio incastrato a una certa distanza dal centro dell'asteroide maggiore di massa , la conseguente densità di massa non uniforme dell'oggetto combinato renderebbe inutilmente complicato il calcolo del CM e del momento d'inerzia.

Nota. Nonostante la consistenza e l'inoppugnabilità dell'Osservazione sopra, all'interno della proposta del problema è tuttavia possibile rinvenire una realistica possibilità (benché non esplicitamente espressa o richiesta) che l'asteroide di massa sia molto più piccolo di quello di massa non solo in termini di dimensioni spaziali (in questo caso, il raggio del piccolo pianetino si considera trascurabile rispetto al raggio della sfera più grande), ma anche relativamente alle condizioni massiche (cioè, concernenti le masse). Entro specifici e determinati fattori, appare ragionevole e realistico considerare la massa dell'asteroide minore trascurabile rispetto alla massa dell'asteroide maggiore, secondo la condizione . Una possibile e vantaggiosa maniera di verificare la legittimità della condizione poc'anzi sottoposta è legata alla relazione intercorsa tra le densità volumiche dei due asteroidi. La densità di un asteroide dipende dal suo tipo spettrale, che riflette la sua composizione. Secondo la NASA, esistono tre tipi principali di asteroidi: 1) tipo C (carbonacei), 2) tipo S (silicei), 3) tipo M (metallici). Gli asteroidi di tipo C sono i più comuni e rappresentano circa il degli asteroidi conosciuti, hanno una bassa albedo e una superficie scura, sono composti da argilla e rocce silicatiche e hanno una densità media di circa . Gli asteroidi di tipo S sono i secondi più comuni e rappresentano circa il degli asteroidi conosciuti, hanno un'albedo moderata e una superficie luminosa, sono composti da minerali silicati e nichel-ferro e hanno una densità media di circa . Gli asteroidi di tipo M sono i più rari e rappresentano circa l' degli asteroidi conosciuti, hanno un'elevata albedo e una superficie metallica, sono composti da nichel-ferro puro e hanno una densità media di circa . A partire da tali valori, è possibile iniziare a sviluppare un'intuizione fisica finalizzata a trovare una relazione di massimo tra e , cioè il massimo rapporto . Infatti, assumendo i due asteroidi di masse e (rispettivamente) come sfere di distribuzione massica (dunque, densità) uniforme aventi raggi e (rispettivamente), le rispettive densità e delle sfere aventi volumi e saranno:


.

Dividendo la dalla , si ottiene:

.

Pertanto, il rapporto diventa massimo allorché si massimizzi il rapporto ; di conseguenza, si massimizza anche il rapporto tra i raggi, dal momento che tra e sussiste una relazione di proporzionalità diretta, per cui, al progressivo diminuire del primo, diminuisce con la medesima descrizione anche il secondo rapporto. Deve cioè valere:
.
In base alla descrizione fisica dell'Osservazione., per la quale l'asteroide minore di massa possiede una densità volumica maggiore di quella dell'asteroide maggiore di massa , è possibile fare riferimento ai valori numerici massimo e minimo (rispettivamente) di densità citati precedentemente (stima del tutto approssimativa e parziale, senza alcuna pretesa di carattere realistico e solamente funzionale ai propositi della Nota.) quali densità da attribuire a e (rispettivamente) per massimizzare il rapporto . Pertanto: e . Dunque:


.

Il massimo valore di (dunque, anche il generico rapporto ) è molto minore di solo nel caso in cui il rapporto sia anch'esso molto minore di . Ovvero:

, cioè .

Dunque, la condizione è necessaria (ma non sufficiente) per la validità della condizione . In altri termini, la possibilità che la condizione abbia significato è implicata da , ma la condizione non è implicata da ; se vale la condizione , la condizione può essere valida; se non è soddisfatta , la relazione è del tutto destituita di valore. Poiché la condizione è addirittura imposta dalla proposta del testo (raggio dell'asteroide minore trascurabile rispetto al raggio dell'asteroide maggiore), allora la condizione è parzialmente possibile e abbastanza ragionevole. L'unico caso in cui, benché ammessa l'indiscussa consistenza della condizione , non vale sicuramente la condizione è quello descritto da un rapporto decisamente alto, ovvero da due densità molto, molto diverse tra massa puntiforme e sfera grande: si tratta di un'ipotesi inverosimile e improbabile, come suffragato dai dati a disposizione sulle densità e dall'intrinseca situazione fisica di una collisione tra asteroidi.

Per verificare le totali legittimità e ragionevolezza della sussistenza di tale relazione (che non coincide, comunque, con la coesistenza di una condizione necessaria e sufficiente per la sua validità: si tratta sempre di una mera possibilità - tale deve rimanere - di cui, però, può progressivamente essere accresciuto il grado), bisogna addentrarsi in un'analisi più approfondita e dettagliata.


La condizione sancisce, intuitivamente, la coincidenza tra il centro di massa CM risultante del sistema e il centro dell'asteroide più grande e, conseguentemente, la rotazione del sistema attorno ad . Pertanto, è possibile sorvolare sulla differenza tra distanza della posizione in cui l'asteroide di massa è incastrato dal CM del sistema e distanza dello stesso pianetino dal centro dell'asteroide maggiore. Pertanto: . Tale relazione è confermata dalla stessa applicazione dell'approssimazione diretta concernente . La condizione , infatti, può essere altrimenti scritta nella forma : ciò implica che il rapporto sia trascurabile (dunque, approssimabile a ) solo rispetto all'unità (ovvero, allorché si trovi accompagnato a in una relazione del tipo , con , multiplo di ), mai in senso assoluto (cioè quando si trovi in una relazione del tipo ), pertanto esso non può essere eliminato se, in una determinata espressione, esso occupi una posizione che gli permetta di "stare da solo". Si badi bene, infatti, che implica la ricerca della più piccola approssimazione a un ordine non nullo per piccoli . Se una funzione di si presenta nella forma , allora si può concludere che essa corrisponda a , ove e per . Pertanto, non si può concludere che , per cui è assolutamente sbagliato assumere e, quindi, . Si analizzi in dettaglio il metodo dell'approssimazione diretta, verificando in primo luogo la correttezza dell'ipotesi corrispondente e procedendo, in secondo luogo, alle approssimazioni dirette in ogni fase di ogni grandezza che conduce all'espressione di . Perciò, trascurando i rapporti (con , ) rispetto a nelle espressioni , si ha:

Approssimazione diretta

(ipotesi confermata).

Appurato che la condizione è equivalente all'applicazione di , si può procedere alle approssimazioni di , , e - infine - .




.

Com'è possibile notare, l'applicazione dell'approssimazione imposta da corrisponde (dal momento che sortisce il medesimo effetto, essendo anche fisicamente giustificabile) all'impiego dell'approssimazione sin dall'inizio dello svolgimento dei calcoli.

Il metodo di approssimazione poc'anzi svolto non è, a rigore, quello più corretto possibile: si tratta di un approccio ragionevole e accettabile per un problema come quello in esame, in cui non sono richiesti approssimazioni ed errori puntuali, ma alquanto rischioso in specifiche situazioni. La procedura maggiormente accurata e corretta consiste nell'ottenimento dell'esatta equazione prima di effettuare qualsiasi approssimazione: ciò permette di determinare l'intervallo di validità della condizione ed evitare l'errore - abbastanza frequente - di trascurare e scartare termini importanti. Ad esempio, sia . Si approssimi una data (si sta qui usando la notazione d'ordine ) a , scartando , quindi si semplifichi la funzione a ; successivamente, si supponga che e, nuovamente, si ignori il termine approssimando la precedente a . Si ottiene così il valore . In questo modo, volendo usare un'usuale espressione del linguaggio più gergale e quotidiano esistente, si è "buttato via il bambino con l'acqua sporca": pensando di disfarsi di qualcosa ritenuta inutile, non ci si avvede di buttar via, con essa, anche ciò che si deve conservare, senza distinguere ciò che è valido e ciò che non lo è.

Dunque, per , è possibile espandere l'espressione attraverso l'impiego del teorema binomiale (caso speciale dell'espansione in serie di Taylor) e approssimare (trascurando i restanti) ai termini del primo (più piccolo) ordine. L'espansione binomiale esprime lo sviluppo della potenza -esima di un binomio del tipo , con , secondo la formula:

.

Sviluppo in serie di Taylor (teorema binomiale)

Si può scrivere l'espressione di in modo da rendere più facilmente visualizzabili i binomi cercati:

, dove

e sono le potenze dei binomi da sviluppare in serie di Taylor.

Riconducendo ognuna di queste potenze di binomio all'espressione generale su cui si fonda il teorema binomiale, si individua che:

1) in , si ha:
2) in , si ha: .

Dunque:

1)
2)

Moltiplicando tra loro queste due espressioni, e approssimando al primo termine significativo (cioè, al primo ordine), si ottiene:


.

Dunque:

,

perciò

.

Infine, sostituendo questa espressione in , si ha:

.

Per approssimazione diretta, invece, si aveva:



L'unica differenza (di cui bisogna valutare l'entità dell'importanza da essa rivestita) tra l'espressione di ottenuta per approssimazione diretta sin dall'inizio dei calcoli e quella della stessa ricavata dallo sviluppo in serie (teorema binomiale) consiste in un fattore . Riferendo l'attenzione all'espressione e scrivendola nella forma per renderla meglio visualizzabile rispetto alle considerazioni che si vogliono avanzare, si deduce che le due espressioni di prima introdotte sono uguali fino al secondo ordine in (il fattore è comune ad esse), ma vi è un fattore nel termine al terzo ordine presente solo nell'espressione di ottenuta via teorema binomiale.
Con persiste ancora una differenza di , che sembra abbastanza significativa: normalmente, si potrebbe considerare , in quanto si tratta di due ordini di grandezza inferiori a , ma, in questo caso, quando si esegua il calcolo completo, si scopre che, anche quando , si ha un errore significativo nell'approssimazione di base. È necessario che affinché le semplificazioni iniziali effettuate mediante approssimazione diretta restituiscano un errore quanto più vicino all' (peculiarmente, ). Dunque, se si vuole un errore inferiore all', è necessario che o meno. Questo è un motivo per cui vale la pena eseguire il calcolo completo tramite sviluppo in serie: così operando, si conosce l'intervallo di per cui l'approssimazione è veramente valida, senza il quale sarebbe facile assumere (erroneamente) che sia sufficientemente piccolo.
Pertanto, le approssimazioni calcolate nel metodo sono effettivamente e veramente valide se e solo se . Nonostante, in questo caso, l'intervallo per cui le due espressioni di ottenute tramite i metodi ) e corrispondono, sia coerente con la natura del testo e il significato della condizione , bisogna andare cauti, in generale, nell'effettuare approssimazioni troppo presto nei calcoli.
Dunque, il corretto intervallo di validità da considerare è:

.

Per verificare le totali legittimità e validità della condizione , è necessario valutare la ragionevolezza del massimo valore di (dunque, dell'intervallo di validità del rapporto tra i raggi) affinché sia rispettata la condizione precedentemente imposta, quando si consideri , cioè .
Dalla espressione , si ricava che:

,

da cui:

.

Dunque, l'intervallo di validità di è:

,

assolutamente accettabile e conforme alla condizione .

Pertanto, data la ragionevolezza della relazione (necessariamente non accurata):

,

si può concludere che la possibilità di considerare la condizione è totalmente legittima; quindi, l'espressione approssimata della forza centripeta sotto le condizioni prima discusse è:

.

Osservazione 2. Come si può notare dal procedimento avanzato per calcolare la forza centripeta , non è necessario né rilevante l'impiego della conservazione della quantità di moto negli istanti prima e dopo l'urto tra i due asteroidi. Infatti, se anche gli asteroidi dovessero muoversi con velocità differenti da quelle effettivamente possedute dopo l'urto (o, alternativamente, il centro di massa dovesse traslare con velocità diversa da quella reale), ma la loro velocità angolare rimanesse, in maniera invariata, uguale a , con lo stesso raggio d'azione rispetto al centro di massa comune, non cambierebbe alcunché rispetto alla descrizione vettoriale (intensità, direzione, verso) della forza percepita dalla massa incastrata nella sfera di massa . La quantità di moto e il momento angolare si conservano separatamente, e il punto rispetto al quale si sceglie di misurare il secondo non influisce sul calcolo della prima: in altri termini, il momento angolare è indipendente dalla quantità di moto.

(Continua sotto)
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Tarapìa Tapioco
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Re: Scontro tra asteroidi

Messaggio da Tarapìa Tapioco » 23 ott 2023, 19:52

Nota 3. Subito dopo l'urto, è possibile analizzare il moto istantaneo del corpo rigido di massa secondo diverse (ma convergenti) situazioni fisiche. Segnatamente:

Rotazione delle masse e attorno al centro di massa CM del sistema e traslazione del medesimo CM.

I due moti e precedentemente menzionati sono non l'uno consequenziale all'altro, bensì corrispondenti tra loro. Nella conservazione della quantità di moto, tenere conto delle quantità di moto di ogni singolo, specifico centro di massa di ogni corpo (caso ) equivale a concentrarsi esclusivamente sulla quantità di moto del centro di massa CM del sistema (caso ), purché ogni grandezza sia opportunamente descritta in base al tipo di moto considerato.

Rotazione delle masse e attorno al centro di massa CM del sistema

Si consideri la Figura sottostante:

Immagine

Subito dopo l'urto, siano la velocità traslazionale del centro di massa CM del sistema combinato e la velocità angolare di rotazione comune ai due asteroidi.

Prima dell'urto, l'asteroide minore di massa possiede una velocità rispetto all'asteroide maggiore di massa : la sua quantità di moto iniziale è dunque pari a . Poiché il vettore velocità possiede soltanto una componente collineare alla direzione tangenziale, si ha:

.

Dopo l'urto, l'asteroide di massa ruota in senso antiorario (per convenzione, positivo) con velocità angolare rispetto al CM.
Per il teorema delle velocità relative in moto relativo per pura rotazione, si ha , dove: è la velocità assoluta di un qualsiasi punto della massa puntiforme; è la velocità di trascinamento, ossia la velocità del centro di massa del sistema; è la velocità lineare del generico punto del piccolo asteroide rispetto al centro di massa CM, pari a , dove è il vettore posizione del corpo puntiforme rispetto al centro di massa CM e è la velocità angolare costante con cui ruotano i punti del corpo attorno all'asse istantaneo di rotazione passante per CM. Il prodotto vettoriale è massimo in quanto e le velocità hanno tutte un'unica componente (tangenziale) diretta orizzontalmente. Pertanto:



.

La quantità di moto della massa dopo l'urto è:



.


Prima dell'urto, l'asteroide maggiore di massa possiede velocità nulla rispetto all'asteroide maggiore di massa : la sua quantità di moto iniziale è dunque pari a:

.

Dopo l'urto, l'asteroide di massa ruota in senso opposto alla massa puntiforme (orario, dunque negativo per convenzione) con la medesima velocità angolare rispetto al CM. Pertanto, la velocità di trascinamento del centro di massa CM del corpo rigido complessivo rimane la stessa, mentre la velocità relativa di un punto della sfera rispetto al CM è pari a , dove è il vettore posizione del "pianeta" rispetto al centro di massa CM e è ancora la velocità angolare costante precedentemente definita (anche in questo caso, il prodotto vettoriale è massimo in quanto e le velocità hanno tutte un'unica componente diretta orizzontalmente). La velocità assoluta dell'asteroide maggiore è dunque:
.

La quantità di moto della massa dopo l'urto è:



.

Imponendo la conservazione della quantità di moto totale prima e dopo l'urto:



.

Risolvendo per :

.

Sostituendo trovato inizialmente, si ha:


,

da cui:



Traslazione del centro di massa CM

La quantità di moto iniziale (prima dell'urto) è data dalla somma tra le quantità di moto e dell'asteroide minore di massa e dell'asteroide maggiore di massa , rispettivamente, dove è la velocità della massa puntiforme prima dell'urto e è la velocità della sfera prima della collisione. Dunque:

.

La quantità di moto finale (dopo l'urto) corrisponde alla quantità di moto del centro di massa CM del sistema combinato formato dalle masse e : avvenuta la collisione perfettamente anelastica, i due corpi si fondono e procedono insieme alla stessa velocità, coincidente con quella del CM comune. Pertanto:

.

La conservazione della quantità di moto durante un urto perfettamente anelastico implica che la quantità di moto del centro di massa del sistema di due masse sia la stessa prima e dopo l'urto. Poiché la quantità di moto è un vettore, ciò significa che sia il suo modulo che la sua direzione non cambiano, dal momento che nessuna forza esterna agisce sul CM (per la Terza Legge di Newton, forze interne uguali in modulo e opposte in verso si controbilanciano). Dunque:

.

Poiché l'urto avviene solamente in una direzione (quella tangenziale) e le velocità possiedono solamente componente orizzontale, allora:

.

Dunque:



Dal momento che, prima dell'urto, e , allora:

.

Com'è possibile notare, le due espressioni per nei casi e sono coincidenti.

Si noti che, dopo l'urto, il CM è l'unico punto a traslare in direzione orizzontale con velocità di modulo , mentre tutti gli altri punti ruotano attorno ad esso con velocità angolare di modulo . Questo significa che la quantità di moto di qualsiasi elemento di massa lontano dal CM non si conserva.

Adesso, per determinare , bisogna scegliere un punto rispetto al quale imporre la conservazione del momento angolare. In questo caso, il momento angolare si conserva rispetto a qualsiasi punto dello spazio, poiché non vi sono momenti torcenti che agiscano sul sistema composto dalle due masse rispetto a qualche punto dello spazio. Per fissare il punto nodale della questione, si effettuerà una piccola trattazione che esula leggermente dalle assunzioni e notazioni inerenti al problema in esame, a cui è comunque strettamente collegata.

Digressione. Si consideri un corpo rigido irregolare di massa che ruota e trasla contemporaneamente nello spazio in assenza di forze e momenti esterni: ciò implica la conservazione sia della quantità di moto che del momento angolare. Si calcolerà il momento angolare del sistema - appena introdotto - rispetto a un punto arbitrario (si veda il seguente diagramma), assumendo la velocità del centro di massa pari a e la velocità angolare di rotazione del corpo uguale a .

Immagine

In primo luogo, si osservi che l'asse di rotazione deve passare attraverso il CM, perché la quantità di moto si conserva, il che implica che Se l'asse di rotazione non passasse per il CM, quest'ultimo ruoterebbe attorno a quell'ipotetico asse e la sua velocità cambierebbe direzione, per cui essa non può essere costante. Pertanto, la velocità lineare rispetto al CM di un arbitrario punto in posizione dal CM è .

Si consideri ora un elemento infinitesimo di massa in un arbitrario punto il cui vettore posizione rispetto ad sia . Siano il vettore posizione di rispetto al CM e la posizione del CM rispetto ad . Infine, sia la velocità istantanea del punto rispetto al punto . La somma delle velocità richiede che la velocità del punto rispetto ad sia .

Il contributo di momento angolare di rispetto al punto è

.

Si esegua il prodotto vettoriale sul membro a destra e consideri separatamente ciascuno dei quattro termini risultanti.

.

Il contributo del primo termine al momento angolare totale è



Questo è spesso chiamato momento angolare del centro di massa.



Utilizzando la regola del prodotto vettoriale triplo:



Il secondo termine al membro di destra è nullo perché è perpendicolare a . Per trovare il contributo del primo termine, si integri



Si noti che, dalla definizione delle coordinate del CM,



Quando si estrae la costante fuori dall'integrale, anche questo termine svanisce con l'integrazione per lo stesso motivo precedente.





Applicando ancora una volta la regola del prodotto vettoriale triplo:



Il secondo termine sul membro di destra svanisce perché i vettori sono ortogonali. Integrando il primo termine,



Questo è chiamato momento angolare rispetto al centro di massa. Pertanto, il momento angolare totale rispetto al punto del corpo rigido che ruota e trasla è:



Il primo termine di tale espressione, il momento angolare del centro di massa, dipende dalla scelta del punto di riferimento , mentre il secondo termine, il momento angolare rispetto al centro di massa, non dipende da esso.

La questione fondamentale è quella per cui si può sempre scrivere il momento angolare di un corpo rigido in regime di rototraslazione nella forma dell'equazione .

Si vuole imporre la conservazione del momento angolare rispetto al centro dell'asteroide maggiore di massa , per la quale è necessario considerare il momento angolare orbitale rispetto a prima e dopo l'urto.
Sia il vettore posizione della massa puntiforme m rispetto al centro della sfera e il vettore velocità posseduto dall'asteroide piccolo prima dell'urto, in direzione tangente alla superficie dell'asteroide più grande, indi perpendicolare a (il prodotto vettoriale è dunque massimo, essendo ). Il momento angolare rispetto a prima dell'urto è dunque:

.

Utilizzando la , il momento angolare rispetto a dopo l'urto è:

,

dove:


, in cui è la massa totale del corpo e è la posizione del centro di massa del sistema rispetto al centro della sfera. Dunque: . Ancora una volta, il prodotto vettoriale è massimo perché , pertanto:



La conservazione del momento angolare rispetto al punto richiede che:




,

la medesima equazione da cui si è inizialmente partiti per il calcolo di

Si noti come sia possibile attuare una semplificazione se il punto venga scelto ovunque sulla traiettoria rettilinea del CM. In tal caso, e sono paralleli e il momento angolare del CM svanisce. Per questo motivo, nel problema sullo scontro tra asteroidi in questione - e in tutti i problemi ad esso simili - è sempre conveniente e vantaggioso scegliere il CM come punto di riferimento per il calcolo del momento angolare e scrivere immediatamente l'equazione di conservazione del momento angolare nella forma , dove rappresenta la distanza verticale tra la traiettoria dell'asteroide e il CM dell'oggetto combinato. Tale equazione indica che il momento angolare orbitale iniziale rispetto al CM dell'asteroide prima dell'impatto viene convertito in momento angolare di rotazione dell'oggetto combinato dopo lo scontro. Inoltre, come si è visto, la scelta del punto lontano dal percorso del CM aggiunge ad entrambi i membri dell'equazione di conservazione della quantità di moto, uguali quantità di momento angolare (orbitale) del CM, che si annullano.

Rotazione e traslazione della massa attorno al suo centro, traslazione della massa (soltanto all'istante iniziale).

La direzione del moto dell'asteroide minore di massa rimane inizialmente invariata e il moto dell'asteroide maggiore di massa può essere concepito come il risultato di una rotazione intorno al suo centro e di un moto lineare di quest'ultimo (che è sempre vero). Si consideri la Figura sotto.

Immagine

Siano la velocità angolare di rotazione della massa e la velocità iniziale del centro di massa della stessa sfera dopo la collisione. Per il teorema delle velocità relative in moto relativo per pura rotazione, il punto sommitale della sfera di massa nel quale il corpo puntiforme di massa è incastrato, possiede velocità pari alla somma tra velocità di trascinamento del centro dell'asteroide maggiore e velocità lineare del punto della sfera rispetto a , dove è il vettore posizione della cima della sfera rispetto al centro di quest'ultima. Ancora una volta, tutte le velocità hanno soltanto componente orizzontale e il prodotto vettoriale è massimo in quanto , dunque: .

Perciò:




La conservazione della quantità di moto richiede che:



Adoperando la per la conservazione del momento angolare, si ha:

,

dove è il momento d'inerzia della sfera rispetto al suo centro . Sostituendo , e considerando ancora le velocità con la sola componente tangenziale da esse posseduta e i prodotti vettoriali aventi valore massimo, si ha:







,

la medesima espressione di trovata inizialmente.

Da questo punto, i calcoli per la valutazione di seguiranno in maniera del tutto corrispondente al procedimento iniziale.
Ultima modifica di Tarapìa Tapioco il 4 dic 2023, 12:01, modificato 3 volte in totale.

Pigkappa
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Re: Scontro tra asteroidi

Messaggio da Pigkappa » 23 ott 2023, 23:48

Avevo fatto i tuoi stessi conti sia fino ad arrivare a , che nel calcolare il momento di inerzia nei due modi. Non ho fatto il conto per approssimare in perché si vedeva subito che non era un conto rapido :P

L'unica immagine che mi ero fatto per verificare quel che succede è quella del moto di asteroide maggiore e minore nel caso :

Immagine

Comunque, gli scontri tra asteroidi si studiano tra l'altro per capire la formazione del sistema solare. Questa è la pagina che ricerca sull'archivio della Nasa le pagine taggate come "Solar system formation" che contengono la parola "Asteroid". Di alcuni si trova il PDF completo sulla destra, altri vanno cercati un po' online.
"Per un laser, si passa da temperature positive a temperature negative non passando attraverso 0 K, ma passando attraverso l'infinito!" (cit.)
"Perché dovremmo pagare uno scienziato quando facciamo le migliori scarpe del mondo?" (cit.)

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