proposta relativistica delle interazioni elettriche
Inviato: 22 mar 2017, 17:06
Ciao a tutti,
mi sono appena iscritto e non sono uno studente di fisica, quindi interpretate questo post in maniera "creativa" grazie.
Sono idee che mi ronzano in testa da qualche tempo, aiutatemi a fermarle.
Consideriamo un particella appoggiata ad un piano, essa è sottoposta ad una forza gravitazionale, che è interpretabile come la risultanza di una deformazione dello spazio-tempo.
Essa rimane in quiete grazie alla reazione vincolare verso l'alto fornita dal piano. Le interazioni elettriche che costituiscono questa forza potrebbero essere interpretate come una deformazione locale dello spazio-tempo?
Mi sembra naturale che due fenomeni che si elidono possano essere ricondotti infatti alla stessa natura.
Mi sembra semplice interpretare come una particella sia in quiete, se si trova in una spazio con deformazione spazio-temporale localmente pari a zero (nessuna curvatura locale).
Le forze elettriche agiscono su distanze minori rispetto alla gravità, ma l'equilibrio di avrebbe dove le due deformazioni spaziotemporali si sovrappongono a zero.
Questo spiegherebbe il principio di azione-reazione, in quanto la forma dello spazio tempo non può essere curvata con angoli netti (derivata seconda minore di infinito) e quindi nell'intorno del punto di equilibrio, il limite della derivata prima, da una parte e dall'altra, tenderebbe allo stesso valore.
La conferma sperimentale sarebbe concettualmente semplice: può una forte interazione elettrica deviare localmente un fascio di luce?
Ho altre idea collegate a questo principio, al moto accelerato ed alla contrazione delle lunghezze, ma aspetto vi scateniate su queste righe...
mi sono appena iscritto e non sono uno studente di fisica, quindi interpretate questo post in maniera "creativa" grazie.
Sono idee che mi ronzano in testa da qualche tempo, aiutatemi a fermarle.
Consideriamo un particella appoggiata ad un piano, essa è sottoposta ad una forza gravitazionale, che è interpretabile come la risultanza di una deformazione dello spazio-tempo.
Essa rimane in quiete grazie alla reazione vincolare verso l'alto fornita dal piano. Le interazioni elettriche che costituiscono questa forza potrebbero essere interpretate come una deformazione locale dello spazio-tempo?
Mi sembra naturale che due fenomeni che si elidono possano essere ricondotti infatti alla stessa natura.
Mi sembra semplice interpretare come una particella sia in quiete, se si trova in una spazio con deformazione spazio-temporale localmente pari a zero (nessuna curvatura locale).
Le forze elettriche agiscono su distanze minori rispetto alla gravità, ma l'equilibrio di avrebbe dove le due deformazioni spaziotemporali si sovrappongono a zero.
Questo spiegherebbe il principio di azione-reazione, in quanto la forma dello spazio tempo non può essere curvata con angoli netti (derivata seconda minore di infinito) e quindi nell'intorno del punto di equilibrio, il limite della derivata prima, da una parte e dall'altra, tenderebbe allo stesso valore.
La conferma sperimentale sarebbe concettualmente semplice: può una forte interazione elettrica deviare localmente un fascio di luce?
Ho altre idea collegate a questo principio, al moto accelerato ed alla contrazione delle lunghezze, ma aspetto vi scateniate su queste righe...