lino.campi1 ha scritto:L’accorciamento delle lunghezze nella direzione del moto, secondo le leggi di Lorentz per la trasformazione da un sistema inerziale ad un altro, è definito da:
(dove
= lunghezza nella direzione del moto del mezzo in movimento misurato da un sistema inerziale diverso in relativa quiete;
= lunghezza nella direzione del moto del mezzo in movimento misurato da un osservatore appartenente allo stesso sistema inerziale del mezzo in movimento;
= velocità relativa tra i due sistemi inerziali;
= velocità della luce).
"in relativa quiete" è superfluo ("relativa" a cosa?), per il resto sì, è così.
lino.campi1 ha scritto:Questo fenomeno non è ben evidenziato dalla maggioranza degli autori
A me sembra di sì.
lino.campi1 ha scritto:per cui può apparire erroneamente come una compressione della materia. [...] La formula suddetta di Lorentz indica solamente una riduzione dell’immagine e indica come un oggetto che si muove a velocità elevata si presenterebbe ad un osservatore posto su un sistema inerziale diverso da quello al quale appartiene l’oggetto. La riduzione in lunghezza dell’immagine è dovuta ai tempi di trasferimento dell’immagine stessa (velocità della luce).
Questo è sbagliato. È un fraintendimento abbastanza comune fra gli studenti che si avvicinano a questo argomento. L'effetto di distorsione "apparente" dovuto alla velocità finita della luce non ha niente a che fare con la contrazione di Lorentz, che invece è un fenomeno fisico "vero" (nel senso di "non apparente"). Gli atomi del mezzo in moto risultano (ad un osservatore esterno) effettivamente più ravvicinati nella direzione del moto di quanto risultino ad un osservatore sul mezzo (e questo è coerente con le leggi di trasformazione dei campi elettromagnetici).
lino.campi1 ha scritto:(nei laboratori che trattano le particelle elementari, si è constatato che le particelle stesse si espandono quando si fornisce loro energia per aumentarne la velocità).
Non capisco cosa vuoi dire. In che senso "si espandono"?
lino.campi1 ha scritto: L’ombra di un oggetto che si muove alla velocità della luce in senso trasversale non si forma.
Di nuovo non capisco. Che c'entra l'ombra? L'ombra proiettata da quale sorgente?
lino.campi1 ha scritto:Questo fenomeno, poichè è relativo alla differenza di velocità nei due sistemi inerziali, è reciproco, vale a dire che anche l’osservatore posto sul sistema veloce ha la stessa percezione di ciò che vede relativamente fermo. La reciprocità indica che quanto descritto è perfettamente in linea con la teoria della relatività speciale.
È poco chiaro, ma sembrerebbe corretto.
lino.campi1 ha scritto:Per quanto riguarda invece il rallentamento del tempo definito dalla formula
(
= tempo misurato sul mezzo in movimento;
= tempo misurato sul sistema inerziale ritenuto in quiete relativa), la reciprocità manca.
Qui ti esprimi male. Non c'è "il tempo" così in astratto; mi devi dire di quale intervallo temporale stai parlando (cioè mi devi dare due eventi nello spaziotempo).
Allora diciamolo meglio: siano A e B due osservatori inerziali, siano X e Y due eventi che avvengono sulla linea di universo di A (cioè A li vede accadere esattamente nel luogo in cui si trova), sia
la velocità relativa fra A e B; allora se
è l'intervallo di tempo fra X e Y misurato da A e
è quello misurato da B, vale
, con
.
lino.campi1 ha scritto: La teoria dice che solamente l’orologio che si muove a velocità elevata rispetto ad un altro orologio subisce il rallentamento. Perchè l’orologio di confronto considerato stazionante non subisce lo stesso rallentamento? Ciò sembra necessario per soddisfare le condizioni di relatività come nel caso dell’accorciamento delle lunghezze.
Dici bene:
sembra necessario, ad una analisi superficiale. Ma non lo è, perché per come l'abbiamo definito l'osservatore A è "speciale" (è quello che si trova nel luogo in cui accadono i due eventi X e Y), e non c'è nessun motivo di pretendere che la formula data prima valga anche scambiando A e B (quindi no problem se
); invece se prendessimo due eventi W e Z che avvengono sulla linea di universo di B avremmo
. Anche questa non vale più se scambiamo A e B: stavolta è B che è "speciale".
Questo è il modo corretto di verificare che il principio di relatività è rispettato. Dalla mancata comprensione di questa cosa derivano alcune righe di equivoci, che salterò, arrivando a:
lino.campi1 ha scritto:Nei casi di verifica sul rallentamento o dilatazione del tempo alle alte velocità, si sono verificati ritardi di miliardesimi di secondo. È da notare che, secondo il principio di equivalenza, la frequenza di rotazione degli elettroni nell’atomo è influenzata sia dal campo gravitazionale che dal campo di accelerazione, maggiore è la intensità del campo minore è la frequenza (gli orologi atomici possono risentire di ciò).
Negli atomi non ci sono elettroni che ruotano, la situazione è un tantino più complicata ma non è essenziale per questa discussione. Quindi: sì, la relatività generale prevede che anche l'accelerazione dia un contributo alla dilatazione del tempo.
Qui puoi vedere qualche dettaglio sull'esperimento, vedere che è stato ripetuto più volte e che ogni volta le previsioni degli effetti combinati di relatività ristretta e generale sono risultati in accordo con la misura (con accuratezza via via migliore). Infine le accelerazioni di decollo/atterraggio dell'aereo hanno un effetto trascurabile rispetto all'esposizione continua all'accelerazione di gravità durante un volo transatlantico, ma non ci dovrebbero essere troppe difficoltà ad incorporarle del calcolo volendo.
lino.campi1 ha scritto:Anche la verifica fatta sui muoni che riescono a raggiungere la superficie della terra dopo essere stati generati dalla collisione di raggi cosmici con le particelle dell’atmosfera non può essere ritenuta determinante per stabilire che la loro vita brevissima sia allungata per effetto dell’alta velocità in quanto quelli che raggiungono la terra potrebbero essere generati da collisioni nelle vicinanze del suolo.
No. I muoni sono prodotti dalla collisione dei cosiddetti "raggi cosmici primari" con l'alta atmosfera terrestre; questi raggi cosmici primari si convertono interamente in raggi cosmici secondari (fra cui ci sono i muoni) molto presto, quindi non ci sono muoni prodotti "al livello del mare".
lino.campi1 ha scritto:Ed è pure da considerare che la vita dei muoni misurata in:
secondi, è la media, non si può quindi escludere che alcuni possano avere vita più lunga.
"Vita media" non va inteso nel senso discorsivo (tipo "la vita media di un umano oggi è di 84 anni"); significa "tempo caratteristico del decadimento", cioè una popolazione di muoni che al tempo
contiene
individui al tempo
ne conterrà circa
; il parametro
è detto vita media. In questo modo è facile misurare la vita media dei muoni a varie energie (=varie velocità) e verificare la dilatazione del tempo.
lino.campi1 ha scritto:Se si collocano alcuni orologi al polo, dove la velocità di rotazione della terra è prossima allo zero, ed altri all’equatore dove la velocità di rotazione è di circa 1600 km/ora, si può osservare che quelli posti all’equatore rallentano rispetto a quelli posti al polo, ciò potrebbe far pensare alla validità della teoria della relatività, ma non dobbiamo dimenticare quanto già esposto, e cioè che sia la velocità che la variazione di direzione (equivalente ad accelerazione) incidono significativamente sulla velocità di rotazione degli elettroni nelle loro orbite. Gli orologi atomici non possono non essere influenzati da ciò, ne consegue che il fenomeno è provocato dal rallentamento degli orologi e non dalla dilatazione del tempo.
Se questi effetti ci sono (non lo so, non sono esperto di orologi atomici) se ne può tenere conto quantitativamente e filtrarli dal risultato dell'osservazione. A quanto si sa, i risultati di tutte le osservazioni di questo tipo sono in accordo con la previsione relativistica. (E, d'altro canto, sarebbe una cospirazione singolare se il campo magnetico terrestre, le accelerazioni, la gravità etc si mettessero tutti d'accordo, ogni volta che tentiamo un esperimento, per illuderci sulla teoria della relatività
)
lino.campi1 ha scritto:Possiamo aggiungere che l’esemplificazione sopra citata dei due gemelli non può avere alcun riscontro ed è da ritenersi pura fantascienza.
Lo è dal punto di vista tecnico. E allora? C'è una mole ridicola di evidenze sperimentali a sostegno della relatività, vedi ad esempio
queste (le previsioni teoriche meglio verificate della storia della scienza. La QED si basa in maniera fondamentale sulla relatività).
lino.campi1 ha scritto:La velocità di rotazione degli elettroni attorno al nucleo è influenzata, oltre che da quanto già evidenziato, anche dall’eventuale campo magnetico, per cui si puo’ fare la verifica a questa teoria mantenendo l’orologio relativamente fermo ed immerso in un campo magnetico in movimento.
"campo magnetico in movimento" non vuol dire niente.
lino.campi1 ha scritto:Si avrà cosi lo stesso rallentamento dell’orologio, come se fosse esso stesso a muoversi.
Dici? Secondo me no.
Ok. Ho sprecato un sacco di tempo a rispondere e sicuramente non lo farò più, anche perché sono certo che non servirà a nulla (non ti sfiorerà nemmeno il dubbio di avere torto); detto questo ti invito però a rispettare il fatto che questo è il forum delle Olimpiadi di fisica, non un posto in cui puoi venire a pretendere di smontare la teoria, magari creando confusione negli utenti, che già di loro hanno comprensibilmente un sacco di dubbi su questi argomenti. C'è una bella differenza fra chiedere delucidazioni su un dubbio teorico, che è lo scopo della sezione "Teoria", e quello che hai fatto tu.